Aggiornamento: a questo link è possibile scaricare il PDF della nostra legge APPROVATA dalla Regione Lazio.
Amici miei,
a soli due mesi dalla costituzione della Commissione Ricostruzione e Grandi Rischi, abbiamo presentato la nostra proposta di Legge sulla riduzione del rischio sismico.
È una legge che nasce purtroppo da un’esperienza diretta, come tutti sapete, unita a un gravissimo ritardo della Regione: salvo un paio di aggiornamenti, l’ultima legge in materia di prevenzione sismica risale al 1985!
Fin da subito, ho avuto l’appoggio in commissione di tutti i componenti degli altri schieramenti che fanno parte della Commissione Ricostruzione. Perché questa è una legge che non ha partito: è una legge che appartiene ai cittadini. E che potrebbe diventare la prima legge regionale contro il terremoto.
Per scrivere questo testo, oltre all’esperienza maturata nel doloroso ruolo di sindaco di Amatrice, ho ascoltato esperti di tutti i settori. Fra le voci più illustri che abbiamo ascoltato, quella del professore Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, che in audizione in Commissione ci ha spiegato come il Lazio, e in generale gran parte d’Italia, sieda su una vera e propria polveriera.
Purtroppo, il terremoto è un mondo che spesse volte ci rappresentiamo come qualcosa che accade in “casa d’altri”: come se a noi non dovesse capitare mai. Invece a studiare il nostro territorio, si scopre che riguarda molti, molti, molti comuni d’Italia. E anche con una certa urgenza.
Qui sotto vedete una lista dei comuni a zona rischio sismico 1, mettete insieme gli abitanti e vi renderete conto, solo nel Lazio, quante sono le persone a rischio: quasi 115mila.
La parola chiave per cambiare la situazione, come ho detto fin dall’inizio, è una: PREVENZIONE. Ma anche tempestività nell’intervento. È a causa di lungaggini senza senso e passaggi inutili che l’economia del Centro Italia rischia di morire una seconda volta.
Non solo: bisogna avere il coraggio di differenziare, e di intervenire su ogni situazione considerando la sua specificità. Perché ogni comune ha un tessuto socio-economico e soprattutto un grado di distruzione diverso e merita interventi specifici. Invece, come ho detto al presidente del Consiglio Gentiloni prima, a Conte poi, l’allargamento del cratere a ben 139 Comuni, questo non lo consente. Li mette tutti dentro lo stesso grande calderone, anche quando parliamo di comuni che sono stati a mala pena sfiorati. Purtroppo invece tutte le misure prese nel ddl terremoto appena approvato, riguardano indistintamente tutti i 139 comuni, a prescindere dai danni che hanno avuto. Serve il restringimento del cratere.
Non è una lotta fra comuni, ma questo va a scapito dei territori colpiti dalla vera distruzione. Tasse, esenzioni, bandi e provvedimenti devono necessariamente seguire un criterio di PRIORITA’, altrimenti se si curano prima pazienti con ferite lievi, chi è in codice rosso, muore. Nella legge, troverete anche questo.
Ho chiesto di continuare i lavori d’aula anche ad agosto, per approvarla il prima possibile. I nostri territori stanno morendo anche economicamente e c’è il mondo delle seconde case da ricostruire, vero asse portante dell’economia delle nostre zone, che attualmente non esiste più. Non c’è tempo da perdere, anzi ce n’è molto da recuperare. Ma la Regione, mi dicono, ad agosto chiude e tutti a casa. Per chi ce l’ha.
Ma spingerò perché sia la prima legge da approvare a settembre. Vi tengo aggiornati e come sempre, state tranquilli: io non mollo.
«Dietro una sconfitta, c’è sempre una piccola vittoria. Dietro tante lacrime, ci sarà sempre un nuovo sorriso che nasce. Dietro ogni “non ce la faccio” ci sarà sempre un grandissimo “ce l’ho fatta”. Non mollare mai perché fin quando esisterai, avrai sempre la possibilità di farcela».