In questi giorni, come sempre succede dopo una tragedia, sento tutti parlare di “prevenzione”. Ma la prevenzione non è uno spot da lanciare nei momenti dell’emergenza, è un lavoro da fare tutti i giorni, silenziosamente e costantemente. Un lavoro che il nostro Paese non è abituato a fare. Basti pensare al rapporto Ispra pubblicato il mese scorso sul dissesto idrogeologico: in molte regioni, tra cui il Lazio, l’ultimo aggiornamento è del 2007… cosa che ho denunciato ma che, salvo qualche quotidiano locale, è passata sotto silenzio.
Aspettiamo l’ennesimo disastro e altre decine o centinaia di morti perché diventare di interesse pubblico? Stesso discorso vale per il rischio sismico: nel Lazio, dove l’ultima legge sulla prevenzione risale al 1985 (!), in meno di 2 mesi abbiamo realizzato un progetto di legge – che fra le altre cose prevede mappe aggiornate, convenzioni con le università per la progettazione, interventi di adeguamento sismico – e che dimostra che se si lavora, le soluzioni ci sono. È una questione di sensibilità. Capisco che la prevenzione non porta voti, ma di certo salva vite. La prevenzione evita le tragedie.
Proprio per questo oggi stesso chiederò alla Regione Lazio il rapporto sul monitoraggio dei ponti e delle concessioni nella nostra regione. Sempre che ce ne sia uno aggiornato agli ultimi 10 anni… E con la mia Commissione, mi metterò subito al lavoro per intervenire.