Finalmente, almeno nel Lazio, il popolo delle seconde case potrà tornare nelle terre martoriate dal sisma, senza aspettare una ricostruzione che è ferma al palo. Oggi abbiamo presentato un emendamento al bilancio, largamente condiviso con gli altri schieramenti politici rappresentati nella commissione Ricostruzione, che permetterà ai proprietari di seconde case di installare per 5 anni al massimo un’abitazione temporanea su terreni di loro proprietà nelle zone colpite dal terremoto del 2016.
Si tratta di una misura urgente e innovativa, che va a riempire un vuoto che i provvedimenti delle gestioni commissariali e delle regioni non hanno mai colmato. Una norma che, credo, abbia a che fare con il buon senso e con la voglia di recuperare quella vocazione alle seconde case, legate spesso alla storia familiare – che le nostre terre hanno sempre avuto e che il terremoto ha spazzato via.
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Questo provvedimento offrirà un’opportunità per tornare alle proprie radici ed evitare l’abbandono definitivo di questi territori. Per tornare a vivere abbiamo bisogno che le comunità dei nostri borghi si ritrovino, che le migliaia di persone che qui passavano periodi di ferie, fine settimana e festività tornino nella terra che amano. Abbiamo bisogno di non sentirci soli, svuotati non solo della nostra storia, ma anche della nostra gente. Perché per non morire, la nostra terra ha bisogno di persone che ne alimentino la storia e che l’aiutino a tornare viva, ad essere di nuovo casa e comunità.